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Nuvole

 

Racconto
di Maria Maniscalco

Nuvole

Camminava lenta sulla sabbia bianca, a tratti quasi rosata, così fine come zucchero, mentre il sole tramontava sulla distesa del mare. Il tramonto accendeva come una enorme tavolozza le nubi bianche sospese nel cielo in grandi forme vaganti dai contorni marcati. Serena pensava alla sua vita solitaria. Aveva chiuso la porta del suo cuore all’amore, ed aveva ben custodita la chiave nella cassaforte ermetica dello scetticismo.  Soffriva di disturbi esistenziali : malesseri, ansie, insonnia, difficoltà di rapporti umani :una sofferenza repressa che, sicuramente, affondava nel passato le sue radici.
Stanca, si sdraiò sulla spiaggia cercando di mettere a fuoco le forme indistinte delle nuvole, che ,via via trasformava in immagini suggerirtele dalla fantasia: era il suo passatempo preferito. Ecco la forma di un grande drago, seguito da una pecorella bianca e soffice. La sua mano affondava nella sabbia che scorreva fra le sue dita. Ad un tratto, lo trovò.  Era conficcato nella rena, era un cilindro lungo e sottile. L’oggetto riluceva più forte e più piano, quasi a tempo del suo battito cardiaco. Sembrava di vetro, ma era leggermente cedevole al tatto, morbido e luminoso. Doveva solo agitarlo ed esprimere un desiderio. Osservando una piccola nuvola che, leggera, assumeva la forma di un cavallino, Serena espresse il suo desiderio : viaggiare a ritroso nel tempo per scoprire la causa dei tormenti che l’affliggevano., e che le impedivano di aprirsi all’amore con fiducia. Galleggiò leggera per una frazione di secondo, per poi ritrovarsi a bordo della piccola nuvola. Vide il suo corpo inerte sulla spiaggia. Una brezza lieve spingeva il cavallino oltre la distesa del mare, verso le colline dell’entroterra. Si sentiva libera , galleggiava avulsa dal corpo. Era puro spirito.. E lo spirito non più legato alla carne, aleggiava proiettato nel remoto passato di una sua vita precedente. Fluttuò su un casale situato nel verde della collina. Era una ragazzina giovanissima. Se ne stava immobile sulla sponda del fiume affascinata ad osservare i pesciolini che si rincorrevano sotto la superficie limpida dell’acqua.. Era tanto concentrata, che sussultò quando  sentì chiamare il suo nome. Si alzò e, saltellando, mosse verso una giovane donna che l’aspettava ferma sulla soglia della sua casa non lontana da fiume.. Aprì il cancelletto di ferro, e si buttò letteralmente fra le braccia della madre. “Ho saputo che finalmente questa lunga guerra è finita " la informò la mamma " finalmente gli alleati ci hanno liberati !” Pochi minuti dopo, si trovarono in cucina, il centro della casa, il locale più usato. Piuttosto ampio e semplice , aveva un grande camino di pietra, travi di legno al soffitto e il pavimento di cotto. Era un ambiente caldo ed accogliente. Con gesti rapidi e sicuri, la mamma preparò il the. La ragazzina raggiunse il tavolo al centro della stanza, coperto con una tovaglia, ed allungò una mano verso i salatini ed i biscotti cominciando ad assaporarli lentamente. -“Mamma, hai sentito un rumore là fuori? “ La madre tese l’orecchio a raccogliere il fruscio di passi avvertito dalla figlia. Ed ecco, la porta venne spalancata con forza da una vigorosa pedata. Fermi sulla soglia, si materializzarono, contro lo sfondo verdeggiante della natura intorno, due soldati. Erano laceri, sporchi, stanchi. Indossavano la divisa dell’esercito tedesco, ed avanzavano guardinghi. In un italiano stentato chiesero cibo che la mamma si affrettò ad offrire loro con un incerto sorriso. Poi, fulminea, si svolse una scena raccapricciante. Uno dei soldati schizzò improvvisamente in avanti, afferrò la madre inchiodandola al muro,e la ragazzina impietrita, assistette impotente a quell’orrore. Dopo aver abusato di lei, il soldato le sparò a bruciapelo freddandola all’istante. Sgomenta e stordita la piccola vide la madre afflosciarsi. L’insensatezza di tutto ciò le provocò rabbia,angoscia, un senso di impotenza,era gelida in ogni parte del corpo e tremava dal freddo. Dopo pochi terrificanti minuti, si avvicinò alla madre. Tenendo la sua testa in grembo e cullandola, sfiorò con dita tremanti i contorni del suo viso. Vide nel centro della fronte il piccolo foro insignificante che aveva stroncato la sua vita. Mentre, china, catturava l’ultimo sguardo appannato della madre, l’altro soldato l’agguantò alle spalle, e lei cadde rovinosamente,sbattendo la testa sulle pietre annerite del grande focolare che la sottrassero pietosamente ad una ben più crudele tortura. Serena fluttuava sulla tragica scena della sua vita vissuta anni prima. Una lacrima scendeva sulla sua guancia, mentre una voce saliva dai recessi del suo spirito :” Hai varcato la soglia del tempo per inoltrarti nel tuo passato. Ti ho condotta a ritroso per insegnarti che esistono infinite possibilità future. Spesso le cose che temiamo di più sono già successe in una vita passata.. e la nostra anima ritiene che possano diventare reali nel nostro futuro. Gli uomini ti hanno trattato ingiustamente,. Il tuo subconscio in questa vita, inconsapevolmente si difende dall’oltraggio subito nella tua vita precedente. Ma, ricordati : se provi amore  non puoi sentirti in pericolo. L’ amore insegna a perdonare la rabbia e l’odio che tu hai provato e che ti assilla in questa vita, esse sono emozioni inutili e dannose. Perdona, dunque perchè il perdono è un atto d’amore.  Allontana le tue paure. Tu devi combattere perchè l’amore e la comprensione trionfino, e ti aiutino a riconciliarti col mondo che ti circonda... Ogni anima ha una potenza ed una bellezza che attinge dall’universo, non dimenticarlo.
Credi in te stessa, non lasciarti influenzare continuamente" sottolineò la voce "Accadrà qualcosa, presto nel tuo futuro. Accoglila con fiducia. Io sarò sempre presente accanto a te." Serena aperse gli occhi, e vide la volta stellata. S’era fatta notte. Stringeva ancora nel pugno il piccolo magico cilindro che avendo perso il suo splendore, riluceva di un debole chiarore, debole come la luce di una lucciola morente.. Aveva trasmesso allo  spirito di Serena tutta la sua energia. La fanciulla ricordava tutti i particolari del sogno, della sua vita passata. Essi erano molto vividi e reali e s’erano fissati nella sua mente. Finalmente si allentarono le barriere che le sbarravano il passo verso il futuro. Si alzò e, stringendo saldamente la bacchetta, si avviò lentamente verso casa.

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