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di
Adriano Bilardi e Attilio Maria Scarponi

Valori e convinzioni funzionali al miglioramento del Sé
Robert Dilts, circa quindici anni fa scriveva (“Belief”, Metamorphus Press, Portland, ed. it.1998): “ho cominciato ad esplorare per la prima volta in modo serio i processi relativi al cambiamento delle convinzioni quando mia madre ebbe una recidiva di tumore al seno nel 1982, con metastasi diffuse e poche speranze di guarigione. Aiutandola nel suo drammatico ed eroico cammino di guarigione, ebbi l’occasione di conoscere profondamente gli effetti delle convinzioni sulla salute delle persone e sugli altri livelli di cambiamento che un completo e persistente mutamento comportamentale implica.….la sua salute migliorò in modo spettacolare e decise di non intraprendere la chemioterapia, radioterapia o qualsiasi altro trattamento convenzionale. Nel momento in cui scrivo (sette anni dopo) mia madre gode di una salute eccellente…..”.
 
Quindici anni dopo queste parole di Robert Dilts non solo sono ancora valide ma hanno trovato conferma in innumerevoli studi tanto che si è sviluppata una vera e propria disciplina, la Psicobiologia, che indaga ed approfondisce quest’area del sapere. Questo modello del cambiamento, fondato sulle convinzioni ed i valori, trova applicazione in altri campi, oltre quello della salute e della psicoterapia, tanto da diventare uno degli strumenti principali di ogni buon Counselor o Coach, ma a livelli elementari può essere provato da ciascuno su se stesso. Il modello è molto semplice concettualmente e assai complesso nell’agire pratico. Chiamiamo “stato attuale”, lo stato in cui esiste un problema che vorremmo affrontare. Chiamiamo “stato desiderato” lo stato in cui vorremmo trovarci. Per passare dall’una all'altra condizione occorrono evidentemente delle risorse, che in genere abbiamo disponibili dentro di noi. Pensiamo a chi vuole dimagrire o smettere di fumare. Ha certamente la volontà - anche chi pensa di non averla - per mettersi a dieta, fare più movimento ecc., tutte le cose che i medici consigliano. Il punto è che però quasi mai si ottiene un risultato. Almeno un risultato duraturo. Perché? Cosa c’è che non va? Quello che non va è il nostro sistema di Convinzioni e Valori, che è allineato diversamente. Se vogliamo fare la dieta ma siamo convinti che mangiare è il principale piacere della nostra vita, o quasi, se ci sentiamo soddisfatti solo quando ci sentiamo lo stomaco ben pieno, se una festa non è una festa senza una bella mangiata e bevuta, allora sarà ben difficile cambiare, senza affrontare queste “Convinzioni Limitanti”. Il punto è quindi che oltre le risorse, da utilizzare in positivo, abbiamo bisogno di eliminare le interferenze, tra le quali ci sono anche, ma non solo, le convinzioni limitanti. Bisogna quindi che tu voglia cambiare, sappia come farlo e ti conceda l’opportunità di farlo. Ma - si potrebbe obiettare - potrei non avere le risorse per eliminare le interferenze. Questo non è vero: tutti abbiamo, dentro di noi, tutte le risorse di cui abbiamo bisogno per risolvere i nostri problemi. Occorre solo che ne prendiamo coscienza e impariamo ad utilizzarle. A seconda che si decida o meno di affrontare una terapia o un processo di Counseling o un cambiamento meno impegnativo (naturalmente ciò dipende dallo spessore del problema da affrontare) le problematiche si presenteranno in maniera diversa. In ogni caso sarà fondamentale affrontare alcuni passaggi. Gerarchia dei valori: ognuno di noi assegna ai propri valori un ordine di priorità, ordine in base al quale decide cosa fare in una certa situazione. Quindi una gerarchia dei valori non è altro che l’ordine gerarchico che assegniamo ad un certo valore nella nostra vita. Chi assegna al successo a tutti i costi la priorità numero uno, trascurerà la salute, magari la famiglia o chissà che altro pur di inseguirlo, nella speranza di raggiungerlo. Può darsi che questa persona abbia un problema di salute (c’è un’infinità di libri sulla riscoperta della famiglia e della salute da parte di manager di successo dopo un infarto o simili) e sia costretto a cambiare la priorità dei valori. Fortunatamente non sempre è necessario utilizzare eventi tanto traumatici per cambiare. Si possono ristrutturare i propri valori grazie ad un appropriato esame, che aiuti a ristrutturare la gerarchia che, quasi sempre, è stata costruita senza averne consapevolezza.
 Fate questo semplice esercizio:
 Prendete in esame un valore che desiderate rafforzare.
 Domandatevi che cosa è importante per voi stessi.
 Interrogatevi su qual è il collegamento tra ciò che per voi è importante e quel valore.
 Potreste scoprire che in realtà è più avanti o indietro, nella vostra gerarchia dei valori, di quanto credevate. Se verificate che la vostra gerarchia dei valori non è funzionale o comunque è all’origine del problema che desiderate affrontare, allora sarà necessario avviare un processo di revisione dei valori. Costruire un sistema di valori coerente è indispensabile per rafforzare l’impegno e la motivazione. Anche le organizzazioni traggono giovamento da un sistema di valori coerente e condiviso. L’allineamento tra Vision, Mission, strategie e comportamenti è fondamentale per costruire team efficaci e persone motivate; senza l’allineamento è impossibile creare spirito di squadra. Ma, anche se le persone sono disponibili a cambiare il loro sistema o la loro gerarchia dei valori, spesso credono che sarà comunque impossibile realizzare il risultato che desiderano. In questo caso sono le loro convinzioni a limitarli, e occorre in tal caso aiutarli a prendere in considerazione un’altra posizione percettiva, un altro punto di vista e comportarsi “come se”. Un altro strumento, anzi il più importante, è la ristrutturazione: si può cambiare il significato o il contesto della convinzione In “Change”, di Watzlawick, Weakland e Fisch (ed. it. 1974) è riportato un simpatico e istruttivo esempio di ristrutturazione. Il comandante di un distaccamento dell’esercito ha l’ordine di far sgombrare una piazza durante una sommossa. Temendo un bagno di sangue, si rivolge così alla folla: ”Signore e Signori, ho l’ordine di sgombrare la piazza dalla ”canaille” (siamo a Parigi, nell’800). Vedo però moltissimi cittadini onesti, che invito ad andarsene per essere certo di far fuoco solo sulla “canaille”. In men che non si dica, la piazza si vuotò in silenzio. Ristrutturare il significato delle parole, creare nuove catene di convinzioni, a sostegno dei valori che realmente vogliamo rafforzare, in ultima analisi ”chiarirci le idee” su quali realmente sono i valori più importanti e quali convinzioni sono ad essi associati, è uno strumento formidabile per migliorare la vita delle persone e delle organizzazioni.

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